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Il primo nucleo della città fu fondato dagli orobi, un antico popolo di origine ligure. Intorno al 1000 a.C., quando i liguri si mescolarono ai celti, una piccola civiltà fiorì nei territori compresi tra i laghi prealpini e il fiume Ticino, dando vita ai primi fenomeni di urbanesimo: la Cultura di Golasecca. A Como, gli insediamenti interessarono i colli intorno alla convalle, precisamente la zona di Prestino.
Nel V secolo avvenne la conquista da parte dei galli insubri, mentre l’arrivo dei romani è datato 196 a.C. Fu proprio Giulio Cesare che diede al borgo un assetto cittadino, popolando la zona con 5.000 coloni tra cui numerosi greci. Ancora oggi, i nomi di alcune località risalgono all’antica grecia: Lecco (Leucos), Nesso (Nasso), Dervio (Delfo), Lenno e Lemna (Lemna), Corenno e Colonno (Corinto). Situata all’imbocco dell’importante via di comunicazione che dalla Transpadania portava verso nord, nel 42 a.C. Novum Comum acquistò i privilegi del regime municipale diventando città a tutti gli effetti: si dotò allora di una cinta muraria, di un foro, delle terme e di alcune ville patrizie (Plinio il vecchio e Plinio il giovane nacquero nel periodo più prospero dell’abitato). Lo scalo portuale settentrionale fu insediato a Novate Mezzola (Summu Lacu), poiché a quell’epoca il Lario era unito al lago di Mezzola.
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Questi anni di gloria vennero interrotti - dopo la sconfitta del Barbarossa ad opera della Lega nel 1176 - allorché la ricca famiglia Rusca impose come successore del vescovo Lambertenghi un suo parente, provocando così la scomunica papale. Venuto meno il sostegno della Chiesa, Como entrò lentamente nell’orbita della rinata Milano, e nel 1335 fu occupata da Azzone Visconti. Suo nipote Gian Galeazzo ereditò la città e cominciò la costruzione del Duomo, che si protrarrà per oltre tre secoli. Ai Visconti succedettero gli Sforza, nell’epoca in cui le potenze europee guerreggiavano per il possesso dell’Italia. Massimiliano Sforza, per il suo governo, dipendeva dagli svizzeri (a cui cedette il Ticino), mentre Francesco II dipendeva dagli spagnoli. Questi, alla morte di Francesco, ereditarono Milano e misero al sacco Como (1521), rea di aver ospitato l’esercito francese durante la guerra contro gli Asburgo. Il Castello Baradello venne così smantellato, costruendo in compenso il forte di Fuentes a Colico.
Nel XVI secolo, Como si trovava dunque sotto il dominio asburgico di Spagna. Era una roccaforte di circa 10.000 abitanti quando Milano ne contava 70.000, specializzata nella lavorazione della seta e dei panni di lana. La rivalità col grosso centro commerciale di Torno sfociò nell’ennesima distruzione, ultimo sussulto di gloria del popolo comense (1522). A quest’epoca, inoltre, risalgono le leggendarie ville d’Este e Pliniana, capostipiti dei soggiorni nobiliari che caratterizzeranno il lago nei secoli a venire. Nel ‘600, la Controriforma mise in luce l’opera del cardinale Tolomeo Gallio, che costruì l’omonimo palazzo di Gravedona e Villa Balbiano a Ossuccio. |
Marzo 1159: il vescovo di Como Ardizzone festeggia l'arrivo dell'imperatore tedesco Federico Barbarossa, |
Targa commemorativa in onore di Plinio il Vecchio, nativo di Como, posta di fianco al portale della Cattedrale. Scienziato e naturalista, morì nel 79 d.C. durante l'eruzione del Vesuvio. L'adiacente statua di Plinio il Giovane, nipote di Plinio il Vecchio. Fu questore sotto l'imperatore Domiziano e governatore della provincia asiatica di Bitinia e Ponto sotto Traiano. |
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Il Duomo controlla una delle dieci diocesi più vaste d'Italia, che comprende anche gran parte delle province di Lecco, Varese e Sondrio (vedi qui: Chiavenna). Il Canton Ticino svizzero era compreso fino al 1885. |
La torre di Porta Vittoria (XII sec.), baluardo di difesa eretto dal Barbarossa |
Via Cesare Cantù con Porta Torre sullo sfondo. In settembre si tiene la festa medievale del Palio del Baradello. |
Ogni anno arrivano da tutta Italia i figuranti vestiti in abiti ottocenteschi. |
Festa giovanile di primavera ("Parada par tucc"). |
La medievale Piazza S.Fedele, cuore della città vecchia. |
Antiche case quattrocentesche si affacciano su Piazza S.Fedele. |
A passeggio sotto la neve (nella fota a destra: la chiesa di S.Fedele, X secolo). |
A sinistra: veduta aerea del centro storico. A destra: un bello scorcio di Viale Cesare Battisti. |
Le mura che delimitano l'originario castrum romano. In fondo, la torre Gattoni, dove nel 1768 lo scienziato Giulio Cesare Gattoni impiantò il primo parafulmine italiano.
Un momento di pausa |
Glicini in fiore sulle mura. Torre S.Vitale a primavera. |
Magica nevicata nei giardini lungo i bastioni. |
Durante la Settimana Santa hanno luogo due tradizioni comasche: il bacio al Crocefisso |
Il Museo Civico Giovio e altri cortili interni. |
I Musei Civici comprendono: il Museo Archeologico Giovio (con reperti risalenti alla Preistoria e alle origini del territorio lariano, fino all'epoca romana), il Museo Storico (dedicato al Risorgimento e alla Storia Contemporanea), la Pinacoteca di Palazzo Volpi (con dipinti dal XVI al XIX secolo). Nella sezione egizia del Museo Giovio sono conservati circa 1000 reperti, tra cui la mummia di una giovane sacerdotessa del dio Amun: Isiuret (900 a.C.). Fu acquistata da Alfonso Garovaglio - studioso e collezionista di reperti antichi - sull'onda emotiva suscitata dalle spedizioni napoleoniche in Egitto. |
I budelli di Via Vitani e Via Cinque Giornate. |
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Como città della seta: lo storico negozio in Via Vittorio Emanuele. |
Negozi tipici in Via Vitani, Via Diaz e Via Luini. |
A poca distanza dall'antico porto commerciale - attivo fino all'800 con attività di pesca, trasporto lacustre |
S.Abbondio (XI secolo), il più prezioso monumento cittadino dopo il Duomo, massimo esempio dello stile romanico lombardo. Accoglie probabilmente idee costruttive proprie della Borgogna e della Normandia, riscontrabili nello slancio verticale e nei due campanili a fianco della chiesa. L'interno presenta cinque navate con archi a pieno centro e pilastri cilindrici.
L'abside maggiore è ornato di affreschi del Trecento. S.Abbondio è il Patrono della città e la sua festa cade il 31 agosto, accompagnata dall'immancabile sagra. |
La Casa del Fascio (o Palazzo Terragni, 1936), massimo esempio dell'architettura razionalista, considerato uno dei 100 palazzi più importanti del mondo. Fu ideato da Giuseppe Terragni, |
Piazza Verdi con la Casa del Fascio, il Teatro Sociale e il Duomo. Secondo il critico d'arte Philippe Daverio, |
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Il Monumento ai Caduti
(Terragni 1933 su disegno di Antonio S.Elia, altro illustre comasco). |
Giuseppe Terragni progettò, a soli 23 anni, il cosiddetto "Transatlantico" (Novocomum). |
La fontana di Camerlata, situata in periferia ma parte integrante del patrimonio storico cittadino. Si trova al centro di uno snodo viabilistico molto trafficato e volutamente scelto quale scenografia ideale; il figlio del suo architetto la definì infatti "un momumento al traffico, che va ammirato dal traffico". Cesare Cattaneo e Mario Radice, che costruirono questa surreale fontana nel 1935, erano due esponenti del razionalismo e dell'astrattismo. |
Magici riflessi sulla parete d'acciaio di The Life Electric, opera di Daniel Libeskind (2015), considerato il padre del Decostruttivismo. |
Le targhe che ricordano la nascita di Alessandro Volta, |
Eva Wagner, direttrice del festival di Bayreuth, in visita a Como nel 2014 |
Il Teatro Sociale risale al 1813, lo stesso anno di nascita di Verdi e di Wagner. Sul suo palco si esibirono Niccolò Paganini e Franz Liszt.
L'antico Palazzo Cernezzi (1616), |
Autunno sotto la pioggia. |
Riflessi d'arte. |
La Famiglia Comasca è un'associazione benefica avente come scopo la valorizzazione del territorio. |
Como a Natale - Il Magic light festival |
Da novembre a gennaio, per oltre un mese, il centro città risplende grazie al |
La crociera di Capodanno. |
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