La leggendaria villa dei fantasmi. |
Villa Pliniana In un imprecisato anno del XIX secolo, Corrado Silla, giovane e sconosciuto scrittore, fu ospite del conte Cesare d'Ormengo alla villa Pliniana. Nel palazzo era tenuta rinchiusa l'orgogliosa nipote del conte, Marina, che alloggiava nella stessa camera in cui molti anni prima era morta una certa Cecilia, sposata a un conte d'Ormengo e da lui segregata nella villa per un peccato d'amore. Marina credeva di essere la reincarnazione di Cecilia, ne udiva la voce e la spietata volontà di vendetta. Silla - già sentimentalmente legato a Marina in seguito ad uno scambio di lettere inerente un libro dello scrittore, "Fantasmi del passato" - ebbe i sensi sconvolti dal perturbante fascino di Marina e cercò invano di fuggire dal palazzo. Nella sua lucida follia, Marina lo uccise insieme allo zio, annegando lei stessa nelle acque del lago. Questa, a grandi linee, la vicenda del romanzo Malombra, che Fogazzaro scrisse nel 1881 ispirandosi alle cupe atmosfere della villa Pliniana. Mario Soldati vi girò le scene del film omonimo, uno dei capolavori del cinema italiano. In effetti, intorno a questa villa cadente aleggia ancora oggi la leggenda dei fantasmi che pare turbassero il suo primo proprietario, il governatore di Como Giovanni Anguissola, morto assassinato nel 1578. Ma il periodo più affascinante si deve al principe milanese Enrico Belgioioso, che visse segretamente nella villa una passione travolgente con Anna Berthier, principessa di Wagram e moglie del Duca di Plaisance. Ogni giorno, allo scoccare della mezzanotte, i due amanti si avvolgevano insieme in un lenzuolo bianco per tuffarsi dall'alto della loggia nel lago. La storia d'amore durò otto lunghi anni finché, inaspettatamente, Anna abbandonò il compagno lasciandolo solo nel palazzo. Enrico, distrutto dal dolore, morì a Milano nel 1858. La Pliniana passò quindi ai discendenti del Belgioioso, che la abitarono ancora per un secolo prima di trasferirsi al castello di Masino, in Piemonte. Da allora, la villa restò abbandonata nella suggestiva malinconia del paesaggio lariano, popolata dai ricordi e dalle ombre dei personaggi che la visitarono: Napoleone, Berchet, Byron, Shelley, Stendhal, Foscolo, Fogazzaro, Rossini, Bellini e Liszt. Da segnalare la sorgente intermittente che sgorga da una roccia in una forra, visitata da Plinio e da Leonardo da Vinci, oggi nascosta e racchiusa dall'edificio. Per la sua storia e per l'aura mitica che da sempre la circonda, la villa Pliniana costituisce uno dei tesori più preziosi del Lago di Como. |